La sicurezza e la protezione sono argomenti di estremo interesse quando si parla di informatica e comunicazione digitale, a maggior ragione con prodotti come i dischi esterni dove conserviamo i nostri dati più importanti, compresi quelli sensibili. Un hard disk esterno con impronta digitale è forse oggi il top da questo punto di vista, giacché il sistema può essere accessibile solamente se viene toccato con il dito del proprietario, risultando superiore anche agli attuali sistemi di crittografia software e hardware, che possono essere sempre aggirati da hacker esperti. Invero gli hard disk biometrici sono stati inventati già parecchi anni fa, ma il costo esorbitante è stato un severo limite alla loro diffusione: oggi che i prezzi sono decisamente più accessibili si sta rapidamente diffondendo una nicchia di mercato molto interessante.
Come funziona un hard disk biometrico
Come è noto ogni individuo ha delle impronte digitali uniche, che lo differenziano da qualsiasi altro soggetto. Pertanto “memorizzare” l’accesso ai dati con il tocco di un dito rende impossibile autorizzare estranei alla lettura e la gestione di dati sensibili eventualmente contenuti nel disco: l’autenticazione biometrica
funziona mediante uno scanner incorporato nel case dell’hard disk, il quale deve essere configurato dall’utente amministratore. Una volta settato il sistema, basta che l’utente autorizzato passi il proprio dito sul sensore in modo che possa essere scansionata l’impronta digitale, e solamente se i dati coincidono con quelli impostati dal sistema, il dispositivo viene sbloccato, pronto per l’utilizzo.
Non c’è bisogno di installare software aggiuntivi, e il sistema risulta essere compatibile con tutti i principali sistemi operativi, dunque Windows, Mac e Linux.
Uno o più proprietari
Si può abilitare il dispositivo a riconoscere uno o più proprietari, registrando pertanto diverse impronte digitali per lo sblocco del sistema. Inoltre molti di questi hard disk biometrici
chiedono in aggiunta di registrare una password personale come secondo step, un Pin da 9 cifre in genere. Ogni utente può immettere la sua password per impedire agli altri di leggere quello che ha memorizzato, risultando quindi un prodotto estremamente complesso e sofisticato.
Alcuni modelli consigliano di registrare non un solo dito ma almeno due, in modo che il riconoscimento non venga pregiudicato in caso qualche graffio o piccolo incidente domestico possa rendere illeggibile la lettura biometrica di una singola falange.
La configurazione
Un aspetto importante riguarda naturalmente la configurazione dell’hard disk esterno sul proprio computer: in genere un HDD con impronta digitale fa tutto da solo, basta installare il programma sul computer e lanciarlo, e un wizard guida alla configurazione completa del dispositivo.
Talvolta tuttavia ci si imbatte in modelli che hanno qualche complessità maggiore e c’è bisogno che intervenga un amministratore esperto, o perché supportano solo certi browser o sistemi operativi. L’ideale sarebbe rivolgersi a modelli di ultima generazione che hanno risolto molti di questi problemi rendendo l’interazione molto più efficiente anche per questa fase iniziale di utilizzo.
La capienza
Come per tutti i sistemi di archiviazione esterna un fattore determinante di scelta è legato alla capienza, ossia lo spazio di memoria disponibile. Un hard disk esterno con protezione biometrico e sistema crittografico integrato in genere ha taglie da
- 500 GB
- 1 TB
- 2 TB
Parliamo di dischi da 2,5 pollici o chiavette USB poiché l’utilizzo di questi sistemi protettivi è pensata soprattutto per chi deve viaggiare molto e portare dietro con sé dati sensibili.
Interfaccia di connettività
Tra le aziende produttrici di hard disk con impronta digitale, la scelta dell’interfaccia di connettività ricade su due standard fra i più diffusi in assoluto su vecchi e nuovi dispositivi, ovvero:
- USB 2.0
- USB 3.0
Chiaramente per gli standard attuali l’USB 2.0 è molto lento, mentre il 3.0 è il top come punto di incontro tra velocità di trasmissione dati e retro-compatibilità.
Cosa fare se non funziona
Il dilemma che avvolge ogni potenziale utente che vorrebbe acquistare un hard disk biometrico è cosa fare se il dito non funziona. Innanzitutto non bisogna lasciarsi prendere dal panico e provare a passare e ripassare in tutti i modi possibili il dito
poiché talvolta il sensore può essere opacizzato da polvere e sporcizia, e basta un panno pulito e asciutto per rimediare alla momentanea defaillance. Anche il dito deve essere posizionato nella maniera che il sensore ritiene corretta, per cui è bene muoverlo in diversi modi e assicurarsi che non sia eccessivamente asciutto o bagnato. Altro tentativo che si può fare è staccare e ricollegare l’hard disk al computer.
Abbiamo già detto invece del problema legato a un ferimento del dito che rende impossibile il riconoscimento del sensore: la soluzione migliore è registrare più di un dito in modo da essere sicuri di non rimanere impossibilitati allo sblocco.
Il costo
Il costo di un hard disk con impronta digitale di riconoscimento come abbiamo detto all’inizio era molto elevato, quando fece il suo ingresso sul mercato informatico, oggi è decisamente più abbordabile, solo lievemente più caro rispetto a un HDD standard. In media, monitorando i prezzi applicati dalle aziende che realizzano hard disk biometrici
emerge un costo abastanza elevato in base anche alla taglia riguardante la capacità di memoria, che è sempre un fattore determinante nell’ammontare complessivo della spesa prefissata. Se si opta per una pen drive biometrica, anche qui abbiamo un costo sulla scorta del tipo di modello oltre che della capienza prevista, varia proporzionalmente.
Vedere sempre i prezzi sui siti linkati perché per natura sono soggetti a cambiamenti, per questo indichiamo solo fasce molto approssimative.
Come trovare il miglior hard disk con impronta digitale
Per chi è alla ricerca del miglior hard disk biometrico il consiglio è di affidarsi a utilissimi strumenti come i comparatori on line: i marchi che realizzano tali prodotti non sono tantissimi, ma comunque di un numero sufficiente per stabilire un utile raffronto sulla scorta di parametri tecnici e prezzo.
Oggi è possibile trovare un rapporto qualità-prezzo competitivo rispetto alla concorrenza, ma a nostro avviso è sempre bene valutare le esigenze personali di utilizzo, e capire se davvero è utile spendere una cifra maggiore per avere un livello di protezione così elevato. Un prodotto di questo tipo va bene per chi fa determinate professioni o ha necessità di portare in giro dati sensibili su un dispositivo mobile, per un utente medio può bastare un device con un ottimo sistema crittografico.