Cosa è meglio scegliere, un hard disk autoalimentato oppure no? La risposta è: dipende. Infatti la differenza del tipo di alimentazione investe anche le dimensioni del dispositivo e a cascata altre caratteristiche importanti come la capienza di memoria. Per facilità di comprensione, intendiamo per HDD autoalimentato un modello portatile da 2,5 pollici, per cui basta un cavo per connettere l’unità al computer, mentre i modelli da desktop da 3,5 pollici necessitano di un alimentatore esterno da collegare alla rete elettrica, oltre che il cavo di connessione al computer. La quantità di dati da archiviare e il tipo di utilizzo che dobbiamo fare del nostro HDD ne influenza quindi la scelta anche sotto il profilo del tipo di alimentazione.
Dimensioni e portabilità
La scelta sul mercato di hard disk esterni è davvero molto ampia, e bisogna considerare in fase di acquisto diversi aspetti. Quello legato al tipo di alimentazione si rifà direttamente al parametro della portabilità e del relativo ingombro che può comportare un sistema di archiviazione esterna dei dati. Ovviamente
un hard disk esterno che deve essere collegato alla rete elettrica ha lo svantaggio di essere piuttosto pesante e non adatto ad essere portato in giro, risultando quindi un tipo di prodotto più adatto da conservare in casa oppure in ufficio per motivi di lavoro. Al contrario chi necessita di un modello maneggevole da avere sempre dietro con sé deve scegliere un dispositivo già alimentato, per cui basta semplicemente collegare il cavo alla relativa porta USB per avere i dati archiviati a propria disposizione ovunque.
HDD autoalimentati o no: il confronto
Per capire se nel proprio caso risulta più utile un hard disk esterno autoalimentato o no, proponiamo un confronto per semplici voci di caratteristiche delle due tipologie di prodotto:
- Capienza: premesso che sul mercato oggi difficilmente si trovano HDD con capacità di memoria inferiore a 500 GB, i modelli con alimentatori esterni sono generalmente più capienti, raggiungendo anche gli 8 o 10 TB, con una media fissata su 4-5Tb rispetto a 1 TB dei modelli portatili
- Resistenza: i modelli da 3,5 pollici sono meno fragili rispetto a quelli autoalimentati in caso di urti
- Trasportabilità: la maneggevolezza dei prodotti autoalimentati è imparagonabile rispetto all’ingombro dei dispositivi da 3,5 pollici
- Velocità: la velocità di trasmissione dei dati è abbastanza simile, risultando solo leggermente inferiore al confronto nei modelli portatili
- Costo: mediamente i prodotti da 2,5 pollici hanno un costo intorno ai 50 euro, che sale sui 100 per quelli da 3,5 pollici
SSD e NAS, le alternative
Nel nostro confronto abbiamo preso in considerazione tra modelli autoalimentati e non i cosiddetti HDD, gli hard disk esterni con al proprio interno componenti meccaniche, che risultano i prodotti largamente più diffusi. Tuttavia per completezza di informazione segnaliamo anche le alternative presenti sul mercato, a cominciare dai modelli SSD, ovvero unità a stato solido, estremamente veloci ma anche meno affidabili nel tempo, e dal costo ancora troppo elevato. Ci sono poi
i NAS, acronimo di Network Attached Store, ovvero unità con più alloggiamenti per dischi rigidi collegato alla rete internet, adatti per le aziende ma di utilizzo sempre più diffuso anche in ambiente domestico per condividere documenti archiviati, i quali hanno sempre bisogno di un’alimentazione esterna.
Conclusioni
In conclusione possiamo dire che alla domanda meglio autoalimentati o no, possiamo rispondere che in generale i tradizionali hard disk sono la scelta più conveniente, optando per quelli portatili autoalimentati se dobbiamo spostarli frequentemente da un dispositivo all’altro, mentre invece è giusto scegliere quelli con alimentazione esterna se si necessita di molto spazio, robustezza e durata nel tempo, a scapito della maneggevolezza, lasciandolo sempre collegato a un unico dispositivo.